I liberi

E’ un attimo poi tutto si spegne… Mi dirigo lentamente verso il mio albergo di fango e paglia… L’oscurità inghiotte tutto anche i cattivi pensieri… Milano è in un altro pianeta…

Mi gusto l’aria umida che si alza dal fiume… Qualche minuto di silenzio totale in cui il mondo sembra fermarsi… Si rimane sospesi, come se tutta la città trattenesse il respiro… Neanche i cani osano abbaiare… E’ il passaggio fra il giorno e la notte…

Poi d’improvviso la voce roca e potente di un generatore diesel squarcia la magia… Neon tremolanti, dapprima incerti attirano, falene spaurite, capannelli di persone… Si ride si scherza si accende un televisore… La Francia non è più così lontana e ostile racchiusa nello spazio rettangolare di un tubo catodico… Si perché qui ci sono ancora le vecchie TV forse a cercare bene c’è qualcuno che le ripara o forse una fabbrica sfiatata e sbrecciata con vecchi macchinari tedeschi o italiani riassemblati alla belle e meglio quaggiù…

Risate dolci, chiacchiericci sommessi… La notte si anima di storie e racconti, i sogni spiccano il volo… L’Europa è dietro l’angolo, qualcuno in silenzio spera in qualcosa qui…
Sono gli audaci i liberi che non vogliono cedere alla retorica dell’immigrazione al ricatto del potere… al capitale che ti ingoia ti tritura ti sradica per trovarti lontano da casa… scoprire che hai perso tutto…

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