Vittore Buzzi

View Original

L'artista consumato

Cosa accade al concetto di opera d’arte e di artista nel nostro presente?

Si perde l’AURA, il valore CULTUALE ed anche la presunta UNICITÀ… Di fronte a questa apparente democratizzazione si nascondono però i rischi del totalitarismo (mai così attuali) un utilizzo volto a strumentalizzare e al consumo estremo come diceva Walter Benjamin.

Oggi si assiste ad una democratizzazione dell’idea stessa di artista… Oggi può definirsi artista (fotografo non basta più) chi si crea un proprio pubblico (persone spesso semplici di cui si sfruttano i condizionamenti profondi) o chi paga per occupare dei luoghi deputati alla definizione dell’arte (gallerie, fiere specialistiche)…
Tutti oggi possono definirsi tali.

Non ci si rende conto che questa inflazione totale in cui si rincorrono gli stereotipi e si cerca una gratificazione istantanea legata all’approvazione di un pubblico non pagante porta ad una estrema banalizzazione ad una inflazione dei codici visuali che oggi sono facilmente duplicabili in quanto il “come” e accessibile e la possibilità di fare prove su prove allenandosi a costo apparentemente nullo (tranne per il tempo che ci si dedica).

Questo processo ha investito a partire dagli anni ’70 del 900 il lavoro manuale prima e il lavoro intellettuale poi.

L’insoddisfazione a cui andiamo incontro nella contemporaneità è, in parte, dovuta alla dose equina di consumo cui siamo sottoposti. Il benessere materiale, di cui non ci rendiamo spesso più conto, ci porta a cercare delle soddisfazioni su piani più sottili… Finiamo così spesso nella rete di un altro consumo quello virtuale. Si fa leva sull’insoddisfazione della condizione attuale dell’individuo che cerca il suo riscatto in un “ALTROVE” virtuale.

All’inizio del nuovo millennio proliferavano  i giochi di ruolo virtuali che ti proiettavano in mondi in cui potevi essere qualcun altro… Il mondo reale e quello virtuale non si toccavano però rimanendo due universi a loro modo impermeabili con pochissimi scambi… L’avvento dei social ha portato la possibilità, fittizia in verità, per l’individuo di rappresentarsi in maniera diversa ad un pubblico.
Per i giostrai di questo nuovo business è stato subito una fonte di guadagno  enorme… Non più complicate regole e mondi fittizi ma la promessa di un mondo contiguo anzi in molti modi che addirittura si sovrappone e si compenetra con il mondo reale.

Il risultato è molto lontano da quello sperato.  Il gusto acre della disfatta accompagna un continuo consumo di tempo e denaro. Siamo individui persi in un mondo che ci eravamo illusi di capire…