Vittore Buzzi

View Original

World Press Photo 2018

Back to journalism?

Innanzitutto i complimenti ai colleghi italiani che hanno saputo distinguersi, anche quest’anno, con progetti e foto singole, rilevanti sia dal punto di vista estetico che di significato: Fausto Podavini, Giulio Di Sturco , Luca Locatelli, Francesco Pistilli e Alessio Mamo.

Qui trovate tutte le nomination per il WPP 2108.

Sembra che dopo alcuni anni in cui le giurie dei concorsi si erano aperte o agli amici più stretti o ad una fotografia più contemporanea si sia fatto un passo in dietro e ci si sia concentrati maggiormente sul lato giornalistico dei progetti o delle notizie. Si è tornati a guardare il mondo con occhi più legati alla realtà, un po’ meno onirici e proiettati nella contemporaneità dei linguaggi.

Non ci vedo né un pregio né un difetto, beh a dirla tutta meglio evitare le vittorie dei conoscenti troppo stretti, però noto che c’è una tendenza  a prediligere un certo tipo di storie.

Terrorismo, guerre, disastri in genere, importantissimi per carità e che vanno documentati ma è come se la spettacolarizzazione del dolore sia un po’ il Leitmotiv delle foto di questo concorso.

Ma del giornalismo che ne è?

Ci sono lavori estremamente interessanti, non mi fraintendete, ma che sono lontani dalla spiegazione, dalla comprensione o accettazione della storia, delle motivazioni profonde: sociali, economiche, psicologiche che sottendono certe fotografie.

Tempi sempre più stretti portano talvolta a concentrarsi su un lato meno onirico, sognante, allusivo in grado di portarti con delicatezza all’interno di argomenti difficili e molto lontani da noi.

Insomma una annata di buon livello senza però degli acuti nelle scelte di racconto.

Progetti intensi, e duri… Ma sembra mancare qualcosa di più contemporaneo e non bastano i lavori di Adam Ferguson e Tatiana Vinogradova (molto intenso) a raddrizzare la situazione.

Tatiana Vinogradova

Questa però è una possibilità in quanto ci saranno degli spazi per cercare nuove modalità nella rappresentazione del reale e infine ci sono opportunità nel ricercare storie non già raccontate troppe volte.

Da notare la grande presenza dei droni, magari per una sola foto utile al racconto… Nella categoria Multimedia  si assiste a tentativi più vari di mescolare testi / foto / video modalità ancora non esplorate a fondo non solo da chi sotto pone il materiale per la valutazione ma anche, forse, dalle giurie… Insomma come ogni anno c’è sempre da discutere… 🙂

Adam Ferguson