Vittore Buzzi

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Madagascar

Mattino umido e freddo… Foresta pluviale intorno a noi… oltre mille metri di altitudine …

Arilova mi guarda curioso: “Dove vai? Non si può iniziare la mattina senza una buona colazione.”

Arilova orgoglioso del suo inglese stentato e ostentato…

Una moglie che fu, sei figli e dieci nipoti…

Ricordo di un te amaro e denso come la vita… di occhi profondi e melanconici… Prima di andarmene lo fotografo… poi….
Poi mi giro è un abbandono una fine…
Io e Arilova non ci vedremo più…
Il ricordo di una colazione nel fumo di un focolare, un bricco di metallo rugginoso, le ossa stanche e una fotografia si una fotografia per ricordarmi per non dimenticare di condivisioni intime e difficili…

Cosa rimane di noi uomini… Cosa ci spinge?
L’avidità, la curiosità?
Io colleziono attimi, separazioni… Cerco di darmi delle risposte a domande vecchie come l’uomo…
Cosa ci faccio qui? Perché?
Risposte che non ci sono ma che ognuno di noi nel segreto del suo cuore si da…