Vittore Buzzi

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Louis Faurer

(1916 Philadelphia – 2001 New York, 84)
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1949 New York
Mattino, odore pungente di sigarette e di pipì di gatto. Il sole è già alto, la notte è scivolata via fra birre, fotografie e lunghe sedute in camera oscura. Louis ha la bocca impastata, lo aspetta uno shooting per junior Bazaar, ha bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.
“Robert hai ancora del caffè nella credenza?” Non finisce la frase e sente il pavimento freddo sotto la pianta dei piedi…

Il Robert è ovviamente Robert Frank , Louis Faurer lo conobbe a Junior Bazaar dove entrambe lavoravano sotto la supervisione di Lilian Bassman.
Faurer rimase sempre molto apprezzato dai colleghi ma dopo gli inizi che lo videro fra i protagonisti della nuova fotografia “americana” degli anni 40 e 50 del novecento subì un allontanamento dal grande pubblico complici anche le vicende personali.

Faurer nasce a Filadelfia nel 1916 da genitori ebraici di origine polacca, inizia a fotografare a 21 anni ed è amore a prima vista. La fotografia incarna la modernità, il consumo, la velocità e la caducità tutte sensazioni che sono nell’aria in quegli anni e su cui riflettono non solo i fotografi ma i cineasti, gli scrittori i cantanti e gli artisti.
Faurer ha una sensibiità spiccata, è un visionario, adotta le macchine di piccolo formato, si avvicna ai suoi soggetti, ama le luci della città e ci restituisce immagini potenti e melanconiche con uso sapirnte di questo nuovo mezzo.

Nel 1947 si trasferisce a New York dove intraprende la carriera di fotografo editoriale e di moda lavora per tutte le grandi riviste dell’epoca e a junior Bazaar conosce Robert Frank con cui divide la camera oscura e di cui è compagno di esplorazioni fotografiche e discussioni.
Tramite Frank conosce Walker Evans.
Il suo stile e la sua capacità potica lo porteranno a lavorare anche per Life, ma Louis Faurer preferiva una vita più sedentaria meno in viaggio.
A New York ha tempo per se, per la fotografia che sente più sua, sperimenta, controluce, grana, doppie esposizioni fa parte di quel grande gruppo di fotografi che a cavallo degli anni 40 e 50 del ‘900 faranno della “strada” il loro terreno di caccia e di ispirazione poetica.

Alla fine degli anni 50 si concentra maggiormente sulla sua carriera di fotografo di moda, pubblica  su Harper’s Bazaar, Mademoiselle, Elle, Glamour, oltre ad alcuni assignemnt per  Life e Look.

Come Robert Frank negli anni 60 sperimenta con le cineprese 16mm: è come se ad un certo punto molti fotografi di quella generazione sentissero l’esigenza di raccontare con nuove modalità. Sono anni di transizione di cambiamenti di nuove pulsioni.
In letteratura la Beat Generation ha prodotto molto On the road di Kerouac pubblicato nel 1957 è diventato una pietra miliare, nella musica Bob Dylan è il menstrello che canta le nuove paure e le sconfitte.

Le sconfitte non tardano ad arrivare anche per Louis Faurer che nel 1968 incalzato dall’ufficio delle tasse e provato dai conflitti con sula moglie ripara prima a Londra e poi a Parigi abbandonando il suo archivio commerciale che andrà quasi completamente perso.

Louis Faurer 1971

Tornerà negli Stati Uniti per tenere conferenze, workshop e letture in università nel 1984 viene investito mentre rincorre un autobus, smetterà di fotografare.
Morirà a New York nel 2001.

Viene ricordato per le sue incredibili foto che in un arco temporale che va dal 1937 al 1960 ritraggono un mondo frenetico pieno di contraddizioni, paure, illusioni ed opportunità.

Fu sicuramente un esponente di punta di quella Scuola di New York che comprendeva eccezionali “street photographers” come Frank, Klein, Arbus e Winogrand.

Nel 1994 lo stesso Frank gli rese omaggio con queste parole:

“Louis Faurer … è stato un artista fuori dal comune. Il suo occhio ha immortalato l’enrgia le pulsazionie della città – la sua grande empatia per le persone perse in Times Square. Ogni sua fotografia è una testimonianza della compassione e dell’ossesione che hanno accompgnato come un obra la sua stessa vita. Sono felice che queste potenti immagini siano sopravvisute mentre il mondo continua a cambiare.”

Louis Faurer viene molto citato nella biografia non autorizzata di Robert Frank.

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