Vittore Buzzi

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Venezia: Biennale 2022

Venezia è un “topos” dell’arte. Il popolo dell’arte contemporanea vive non solo di Biennale ma anche di mega mostre disseminate per la città, Anselm è dentro palazzo Ducale, Bruce alla Dogana, Anish all’Accademia e Marlene a Palazzo Grassi… 

Fra gli errori madornali che ho commesso c’è stato quello di pensare di andare a vedere la Biennale durante il week-end. Ottobre non si addice ai forzati delle mostre, l’autunno fa capolino e con lui il venticello  fresco che raffredda i bollenti spiriti, questo pensiero è presto naufragato all’Arsenale pieno zeppo di persone e di opere d’arte.
Ora è difficile riassumere in poche parole quello che ho visto, troppo di tutto, una indigestione mega galattica.

È meglio provare a dipanare alcuni trend:

  • Donne, a fianco delle contemporanee si ripercorrono le artiste che hanno saputo movimentare l’inizio ‘900 e troppo spesso sono state ignorate oggi vengono “riscoperte” e il loro lavoro rivalutato come anticipatrici di temi che oggi ci sembrano attuali - da un lato è una tendenza meritoria e super interessante dall’altro (faccio una riflessione birichina) si strizza l’occhio al mercato il 65% abbondante dei visitatori erano di sesso femminile e intorno all’arte si muovono giganteschi interessi economici ;

  • Block Buster e spettacolarizzazione, ci sono molte persone che si avvicinano per la prima volta al contemporaneo, si cerca quindi di colpirli e di avvicinarli con gli “effetti speciali”, opere monumentali, o iper - reali installazioni immersive che rendono l’opera d’arte una esperienza a tutto tondo. Anche qui uno sguardo rivolto all’indotto dell’arte, non ai collezionisti o ai musei ma a quelli che li affollano;

  • Recupero della memoria e riflessione sul passato recente con alcune botte di post - documentarismo;

  • Relazioni personali intime, trasformazione delle famiglie e della società viste dall’interno;

  • Riflessione sul colonialismo e sul post colonialismo;

  • Controllo e coercizione non solo fisica ma anche mentale;

  • Fragilità psichica e ambientale;

  • Corpo, con la disumanizzazione, l'ibrido, la metamorfosi, l'ambiguità anche se è un tema che è stat presentato molto negli ultimi anni e sta perdendo forza.

Per quanto riguarda i mezzi si assiste: 

  • ad un ritorno della tela e della scultura;

  • una discreta presenza della fotografia;

  • video in leggero calo come numero ma di qualità elevata;

  • le installazioni e l’idea dell'utilizzo dello spazio espositivo come parte integrante dell’opera sono diventati ormai un dato di fatto.

I linguaggi propendono per l’ibridazione così come i mezzi insomma c’è tanto da vedere e molto su cui riflettere. Su tutto alleggia l’ombra del business che però non riesce ad oscurare la grande energia che pervade la kermesse e la città.


Questa è una sintesi… 

Ma gli artisti? Troppi oggi tutti vogliono essere artisti e molti hanno ottime qualità pochissimi emergono e riescono a costruire una carriera lavorativa.

Cose brutte, banali e criticabili? Tante ma ho poca voglia di dedicare tempo a questo argomento preferisco tentare di capire e provare ad aiutare chi come me annaspa per rimanere a galla piuttosto che rifugiarmi in “tutto fa brodo” , “si pensa solo ai soldi” (si pensa tanto ai soldi no c’è dubbio) o c’è poca vera cultura…

Siamo sommersi da un forte rumore di fondo quello si… È sempre più faticoso capire cosa vale e cosa no. 

Mi sono anche accorto che invecchiando sono più facilmente attratto a mezzi e temi che sono più vicini a me e che rischio così di isolarmi e non aprirmi al nuovo che avanza.

Mi godo il sole alle “Zattere” ho la Giudecca di fronte, un po’ d’aria di mare, tanto traffico nei canali,  le voci: ascolto le lingue e mi accorgo della presenza di tanti tedeschi, olandesi e danesi, i francesi sono pochi, qualche spagnolo, molti cinesi (non alle mostre contemporanee) un po’ di indiani e molti veneti, qualche americano… 

Forse la Serenissima è diventata cara per le nostre tasche…  

ENGLISH VERSION

Venice is a "topos" of art. The people of contemporary art live not only from the Biennale but also from mega exhibitions scattered around the city, Anselm is inside the Ducal Palace, Bruce at the Dogana, Anish at the Accademia, and Marlene at Palazzo Grassi ...

Among the huge mistakes I made was thinking about going to see the Biennale during the weekend. October does not suit the convicts of exhibitions, autumn peeps out and with it the cool breeze that cools the hot spirits, this thought is soon shipwrecked in the Arsenale full of people and works of art.

Now it is difficult to summarize in a few words what I have seen, too much of everything, mega galactic indigestion.

It is best to try to unravel some trends:

Women, alongside her contemporaries, we retrace the artists who were able to move the beginning of the 20th century and too often have been ignored, today they are "rediscovered" and their work re-evaluated as forerunners of themes that today seem relevant to us - on the one hand it is a meritorious and super interesting trend on the other (I make a naughty reflection) winks at the market an abundant 65% of the visitors were female and gigantic economic interests move around art;

Block Buster and spectacularization, there are many people who approach the contemporary for the first time, so we try to hit them and bring them closer with "special effects", monumental works, or hyper-real immersive installations that make the work d art an all-around experience. Here, too, a look at the related industries of art, not at collectors or museums but at those who crowd them;

Recovery of memory and reflection on the recent past with some post-documentary beating;

Intimate personal relationships, the transformation of families and society seen from the inside;

• Reflection on colonialism and post-colonialism;

• Control and coercion not only physical but also mental;

• Psychic and environmental fragility.

Regarding the techniques, we assist:

• to a return of the canvas and sculpture;

• a fair presence of photography;

• videos with a slight decrease in number but of high quality;

• the installations and the idea of ​​using the exhibition space as an integral part of the work have now become a fact.


This is a summary ...

But the artists? Too many today all want to be artists and many have excellent qualities very few emerge and manage to build a career.

Bad, banal and criticizable things? Many but I have little desire to devote time to this topic I prefer to try to understand and try to help those like me floundering to stay afloat rather than take refuge in "everything is broth", "you only think about money" (you think a lot about money no doubt) or there is little real culture ...

We are submerged by a loud background noise that yes ... It is increasingly difficult to understand what is worth and what is not.

I also realized that as I get older I am more easily attracted to means and themes that are closer to me and that I risk thus isolating myself and not opening myself to the new that advances.

I enjoy the sun at the "Zattere" I have the Giudecca in front of me, a little sea air, a lot of traffic in the canals, the voices: I listen to languages ​​and I notice the presence of many Germans, Dutch and Danes, the French are few, some Spaniards, many Chinese (not at contemporary exhibitions) some Indians and many Venetians, some Americans ...

Perhaps the Serenissima has become too expensive to our pockets ...