La fama social ti porterà alla fame

Oggi tutti vogliono essere famosi, ambassador, influencer o quant’altro. Non c’è niente di male ad essere famosi però sarebbe più interessante concentrarsi su lavori di “spessore”. E’ sempre più facile imbattersi in persone e in situazioni terribilmente banali e superficiali che hanno molto poco a che vedere con la vera creatività.

Diventare esperto o bravo in un campo richiede tempo e non ci sono scorciatoie: solo il lavoro e lo studio pagano il resto è effimero. In questa asimmetria informativa in cui basta sapere un poco più degli altri per diventare docenti o stare su un palco (ovviamente ci sono delle eccezioni)  è facile essere risucchiati dal vortice del crescere poco.

Accade semplicemente che si inizia a non produrre più lavori di un certo livello perché non serve se dietro di te c’è un brand importante che ti riempie dei corsi gratuiti pagando per la pubblicità e si viene risucchiati nel vortice dei messaggi,  dei like dei commenti inconsistenti e semplicemente inutili o stupidi. In poco tempo si rischia di inaridirsi e di avere poco da dire (sempre che si abbia avuto mai qualcosa). La fama social ti porterà alla fame.

Allora? Cosa fare? Nulla di particolarmente complicato bisogna solo iniziare a lavorare quotidianamente giorno dopo giorno con costanza e coerenza producendo lavori su lavori fino a quando non si diventa particolarmente bravi da essere notati e non si ha messo da parte un corpus di lavoro e un bagaglio di esperienze che ti permettono di avere qualcosa di interessante e costruttivo da dire.

Ricordatevi che le esperienze comprate non valgono come diceva il grandissimo Douglas Coupland nel suo Generazione X un libro visionario uscito tanti tanti anni fa in cui la precarietà, il rumore di fondo e la difficoltà a trovare un percorso di vita vengono preannunciati con anni di anticipo…

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