Fotografo o Autore? Attenti alle trappole dell'EGO.

Pigramente il lavoro è ripartito. Prima piano poi in maniera sempre più caotica e disordinata. Clienti vecchi e nuovi si svegliano di colpo affamati di immagini. C'è voglia di recuperare il tempo perduto e l'esigenza di partire con piani editoriali precisi. Come dopo un letargo durato troppo a lungo in molti si interessano alla costruzione di un brand, o di un personal brand. Mi ritrovo quindi, come tanti colleghi ad ascoltare le esigenze di chi ha bisogno di immagini in tre fondamentali settori: food, corporate e ritratto.
L'ascolto delle esigenze del cliente è oggi fondamentale, certo vuol dire essere duttili e piegarsi ad un certo tipo di estetica che potrebbe essere lontana dalle mie ricerche personali e dalla mia presunzione di essere un autore.
Accade raramente (probabilmente per colpa mia) che un cliente mi lasci mano libera più spesso la richiesta è quella di dare forma alle sue aspettative di comunicazione. Bene inteso non sono solo un confezionatore di immagini, sono più un consulente solo che spesso "interpreto" la visione di altri. Pur avendo (penso) le capacità di comporre "musica" mi trovo a suonare quella di altri.
È, ovviamente, un compromesso che però mi permette di  avere un flusso di lavoro abbastanza continuo che di questi tempi non è una cosa da disdegnare. Sento molti colleghi che in questo periodo hanno deciso di dare una direzione più marcata al loro lavoro e al loro portfolio. Quelli che ce la fanno hanno ovviamente immensi vantaggi: sono riconoscibili e si differenziano dagli altri ed hanno solitamente accesso a vere e proprie campagne pubblicitarie con budget decisamente alti e allettanti. Bisogna però ricordare che sono in pochi, che hanno una rete commerciale molto forte e radicata in grado di portarli all'attenzione del cliente finale.
Quindi il consiglio è assolutamente di provare ad intraprendere la strada del fotografo "autore" ma di non aver paura a fare il fotografo "operaio" o "consulente".
Non fatevi fregare dal vostro ego, c'è il rischio di dover cambiare professione.

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